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AMI – STORIA DI UN NAUFRAGIO

È il 1901 quando Joseph Conrad scrive “Amy Foster”. Leggendo questa specie di incubo, l’impressione è che 117 anni siano passati invano. Allora erano emigranti che dall’Est Europa volevano raggiungere in massa l’America, oggi sono africani e asiatici, forse ancora più affamati. ma disperazione, truffe, furti, scafisti e naufragi sono identici. Come tristemente uguali sono i cadaveri dei bambini sulle spiagge e quella sensazione di fastidio verso lo straniero che scuote i valori della società mortalmente fissa in se stessa. Yanko viene dai Carpazi ed è l’unico sopravvissuto di un bastimento andato a fondo davanti alle coste dell’Inghilterra, col suo carico di emigranti stipato in condizioni spaventose. Yanko è bello, sa lavorare la terra, mungere le vacche, è religioso, impara l’inglese e addirittura salva da morte certa la nipotina di un ricco possidente inglese. Amy Foster, la “grulla” del paese, lo aiuta. Si innamora di lui. Ma nell’opaca comunità, Yanko appare alla stregua di un pagano, una specie di stregone, forse un pazzo. Di sicuro uno straniero. E tanto basta per condannarlo. Per stoltezza, Amy Foster lo salverà; per stoltezza, lo lascerà morire con la faccia nel fango. Una violenta storia accaduta un secolo fa in Inghilterra, o forse proprio qui, da noi, questa notte.

Competenze

Postato il

11 Dicembre 2018